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Feste e rivoluzioni, briganti e pellegrini, folle in estasi per Mazzini o per il Papa, preti conservatori e monaci garibaldini, amore per l'arte ed estrema indigenza materiale, Madonne e superstizioni: così si presenta l'Italia a Renan, sin dal suo primo incontro con Roma. Il suo diario di viaggio e le sue lettere da Roma, da Napoli, da Firenze, da Milano, dalla Sicilia, costituiscono una delle interpretazioni più originali, imprevedibili e ricche di contrasti del nostro Paese, del costume e della moralità degli italiani. Scritte in gran parte tra l'ottobre del 1849 e il giugno del 1850, tra una partenza e l'altra, queste note di viaggio sono un resoconto multiforme e multicolore dell'Italia dell'epoca, la storia di un'evoluzione di sentimenti, la trama di una narrazione non di avvenimenti ma di pensieri.